Sten: Fori Romani

Gennaio 2008
Foto di Luca Favella
Opening: Mercoledì 16 gennaio 2008

È certo che i primi a plaudire Guttemberg e l’invenzione della stampa siano stati i monaci amanuensi che fino ad allora avevano dedicato la propria vita alla ricopiatura di testi sacri e di leggi secolari. La stampa meccanica, permettendo una produzione seriale e codificata di immagini e parole, permetteva loro di liberarsi finalmente dalle lunghe ore passate a riprodurre segni su carta. Probabilmente quegli stessi monaci guarderebbero con curiosità ed una certa incredulità al lavoro di –STEN-. Le opere che l’artista romano ha creato per questa sua personale negli spazi di Avantgarden Gallery sono infatti l’antitesi di quella serialità che da sempre connota e tanto ha reso diffusa la stampa. Quello di –STEN- è infatti un lavoro che parte dalle immagini seriali per realizzare opere uniche. Attraverso l’ingrandimento di francobolli e di immagini recuperate da vecchi album fotografici, l’artista romano crea opere in cui la tecnica a stencil viene utilizzata unicamente nella sua fase iniziale, la fase in cui un duro e lungo lavoro è dedicato alla realizzazione a mano di matrici in carta, attraverso l’incisione o la colorazione di spazi vuoti. Ciò che caratterizza la sua opera è però la mancata realizzazione di copie successive. Di certe stampe, come della tecnica a stencil, recupera l’austerità e la freddezza delle immagini e delle figure istituzionali. Immagini che ingigantite e sgranate perdono la loro funzione ufficiale ed acquistano una nuova anima, un’anima passibile di più ampie interpretazioni e letture. Si tratta infatti di figure che quotidianamente passano al di sotto del nostro sguardo ma che di rado vengo osservate con attenzione. Le differenti concentarzioni di colore, le sfumature che nelle loro dimensioni originali non verrebbero colte, sono invece palesate ed evidenziate dal lavoro di –STEN-. L’utilizzo della carta velina su pannelli di legno, imbiancati in maniera casuale, oltre che a far risaltare le figure rappresentate, permette a questo artista di inserire in una sfera temporale immagini che tradizionalmente sarebbero cristallizzate dalla loro essenza funzionale. La colla utilizzata per l’affisione delle veline su legno, mutando nel tempo la propria consistenza e la propria colorazione conferisce alle opere il senso dello scorrere del tempo. Le stesse veline, portate in strada da –STEN- ormai da molti anni, creano un rapporto di reciproca esaltazione con il contesto e la superficie su cui vengono applicate, lasciando trasparire le imperfezioni del tessuto urbano e fornendo ad un pubblico trasversale inaspettate esperienze estetiche. Presidenti, condottieri e santi perdono così la loro essenza, la loro aura originaria, per acquistare un nuovo anonimato carico di fascino. I lavori in mostra sono quindi accumunati dal cortocircuito che l’artista crea tra l’involontario anonimato delle immagini nelle loro dimensioni originali e la curiosità che riescono a scatenare in chi le osserva su di una nuova scala, inserite in un nuovo ed inaspettato contesto. Le opere in mostra sono quindi accomunate dall’amore per la stampa, dalla rivisitazione e dall’esaltazione di immagini e figure del nostro quotidiano e dalla monacale dedizione al lavoro manuale.

Luca Favella, anch’egli romano, ha alle spalle numerosi lavori direportage sui mondi sommersi e spesso meno conosciuti della capitale. Dal suo incontro con STEN nasce una nuova maniera di osservare e raccontare la street art. L’intenzione puramente documentaristica, così come la ormai banale epica della strada, cedono il passo ad immagni poetiche, che dell’artista provano a raccontare non tanto le gesta quanto l’insieme di momenti e dei sentimenti che precedono la reale applicazione dell’opera al tessuto urbano.

Davide Giannella

Artworks:

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